Gabrielle Herbst è una cantante statunitense che con Sympathy (2015) ha esplorato un mondo emotivo a cavallo fra Pop ricercato, classicheggiante e ricercato unito a influssi Ambient e dettagli elettronici. L’intera opera è incentrata sul canto, protagonista assoluto nel suo morbido volteggiare. L’estasi minimale e classicheggiante di Koo Koo, con un’armonia vocale da antologia che sublima l’etereo, apre l’opera in grande stile.
Love Song, sospinta dolcissimamente da tamburi lontanissimi, è uno show vocale pacato ed elegante, teatrale, commovente, impalpabile eppure sottilmente inquietante, anche a causa delle dissonanze assortite e dei lamenti strumentali sullo sfondo. La lunga Mud (9 min.) è ancora più ambiziosa, rievocando Julia Holter con un Chamber Pop d’avanguardia, pervaso anche da melodie oniriche à la Colleen e di un tumultuoso finale degno della più austera musica classica del ‘900. Falling è probabilmente l’apice dell’opera, il punto d’incontro fra Cocteau Twins, musica litrugica, la più deframmentata classica contemporanea.
La culla di Fleece è ingioiellata da sbadigli di ottoni e vive di un torpore sognante, una pace irreale. La malinconica Home (9 min. e mezzo) è un volo libero e fragile di una voce toccante. Hymn, che rinuncia nei suoi 9 minuti alla voce e dà spazio agli strumenti, varia la formula ma non restituisce il medesimo intrigo. Pur in parte attenuata da un’omogeneità complessiva, quest’opera esplora con vibrante intensità l’anima sfruttando il canto e calandolo in un contesto che, fondendo classico e tecnologico, appare fuori dal tempo, così come lo sono, eterne e impalpabili, le emozioni degli uomini.
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Voti:
Sympathy – 7